Sono tanti e diversi gli adattamenti a cui questa pandemia Covid -19 ci costringe.
Spesso però il disorientamento e la paura di non saperci reinventare hanno la meglio sulla razionalità e sulla capacità decisionale di ciascuno, impedendoci di vedere le risposte che abbiamo lì, a portata di mano.
Potrebbe essere questo il caso, ad esempio, di chi insegna Educazione fisica.
Abitualmente, siamo portati a immaginare la Motoria come una lezione in cui il gioco all’aria aperta piuttosto che in palestra la fa da padrone, un momento in cui gli studenti scelgono grandi e piccoli attrezzi come palla e ostacoli per cimentarsi in sport di squadra e in gare individuali.
La risposta, a ben guardare, è contenuta nella domanda.
Educazione fisica: è vero che la sua declinazione pratica è quella più conosciuta ma, nondimeno, attiene a questa disciplina anche una dimensione teorica ben descritta all’interno de Le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’Infanzia e del primo ciclo di istruzione (MIUR, 2012) e nella Didattica/programmazione per competenze.
Prendendo come esempio il primo ciclo di istruzione, l’Educazione fisica deve promuovere la conoscenza di sé, la consapevolezza della propria persona e del proprio corpo in relazione agli altri e all’ambiente circostante.
Pertanto, significa, tra le altre cose e oltre alla pratica sportiva che abbiamo momentaneamente messo da parte ma che, comunque, rientra sempre in questo discorso, incentivare le esperienze sociali, culturali e personali di tutti e di ciascuno, a partire dagli obiettivi di apprendimento che, nelle suddette Indicazioni, sono riassunti in questo modo:
Questi quattro obiettivi, oltre all’interdisciplinarietà, hanno anche la caratteristica di poter essere affrontati in classe, attraverso un insegnamento- apprendimento attivo e partecipativo, che tenga conto sempre e comunque di una didattica e di una programmazione inclusiva e dell’eventuale presenza, tra gli allievi, di alunni BES, DSA e H, coinvolgendo, se possibile, i docenti di sostegno.
Ecco aprirsi, dunque, un ventaglio ricco di possibili attività tra le quali scegliere, senza dimenticare, in ogni caso, la dimensione ludica della lezione.