Sono tanti e diversi gli adattamenti a cui questa pandemia Covid -19 ci costringe.
Spesso però il disorientamento e la paura di non saperci reinventare hanno la meglio sulla razionalità e sulla capacità decisionale di ciascuno, impedendoci di vedere le risposte che abbiamo lì, a portata di mano.
Potrebbe essere questo il caso, ad esempio, di chi insegna Educazione fisica.
Abitualmente, siamo portati a immaginare la Motoria come una lezione in cui il gioco all’aria aperta piuttosto che in palestra la fa da padrone, un momento in cui gli studenti scelgono grandi e piccoli attrezzi come palla e ostacoli per cimentarsi in sport di squadra e in gare individuali.
La Pandemia però ha Cambiato le Regole del gioco.
- REGOLA NUMERO 1: niente sport al chiuso, ragion per la quale la palestra diventa uno spazio off-limits, lasciandoci la sola alternativa, per le scuole che ne hanno uno e per i giorni in cui il tempo non rema contro, del cortile.
- REGOLA NUMERO 2: niente scambio di oggetti, per cui, a meno che il docente non riesca a garantire una igienizzazione costante e sicura ad ogni passaggio, sarebbe meglio non utilizzare gli attrezzi sportivi, né palloni né clavette, né tappetoni né spalliere.
- REGOLA NUMERO 3: attenzione al distanziamento e all’uso della mascherina durante il gioco. A questo punto, quindi, sarebbero da preferirsi le attività sul posto, da svolgere in piedi, ben distanziati e senza agitarsi troppo, dal momento che, è noto ormai, non è consigliabile affaticare il respiro indossando la mascherina (dalla quale, tuttavia, non si può prescindere).
VERREBBE DA CHIEDERSI:
Cosa resta da proporre ai ragazzi nell’ora di Motoria?

La risposta, a ben guardare, è contenuta nella domanda.
Educazione fisica: è vero che la sua declinazione pratica è quella più conosciuta ma, nondimeno, attiene a questa disciplina anche una dimensione teorica ben descritta all’interno de Le Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’Infanzia e del primo ciclo di istruzione (MIUR, 2012) e nella Didattica/programmazione per competenze.
Prendendo come esempio il primo ciclo di istruzione, l’Educazione fisica deve promuovere la conoscenza di sé, la consapevolezza della propria persona e del proprio corpo in relazione agli altri e all’ambiente circostante.
Pertanto, significa, tra le altre cose e oltre alla pratica sportiva che abbiamo momentaneamente messo da parte ma che, comunque, rientra sempre in questo discorso, incentivare le esperienze sociali, culturali e personali di tutti e di ciascuno, a partire dagli obiettivi di apprendimento che, nelle suddette Indicazioni, sono riassunti in questo modo:
- Il corpo e la sua relazione con lo spazio e con il tempo.
- Il linguaggio del corpo come modalità comunicativo-espressiva.
- Il gioco, lo sport, le regole e il Fair Play.
- Salute e benessere, prevenzione e sicurezza.

Questi quattro obiettivi, oltre all’interdisciplinarietà, hanno anche la caratteristica di poter essere affrontati in classe, attraverso un insegnamento- apprendimento attivo e partecipativo, che tenga conto sempre e comunque di una didattica e di una programmazione inclusiva e dell’eventuale presenza, tra gli allievi, di alunni BES, DSA e H, coinvolgendo, se possibile, i docenti di sostegno.
Ecco aprirsi, dunque, un ventaglio ricco di possibili attività tra le quali scegliere, senza dimenticare, in ogni caso, la dimensione ludica della lezione.

IDEE PER LE LEZIONI
I giochi da poter fare in classe, rispettando le regole anti – Covid e il distanziamento sociale, sono tanti e diversi, come, per esempio, le gare di associazioni linguistiche a tema sportivo, i cruciverba collettivi che richiamino e consolidino le conoscenze, i giochi di parole, gli indovinelli, i mimi e i disegni… parti conclusive e applicative di una lezione incentrata sul Fair Play piuttosto che sull’educazione alimentare o sulle regole dell’igiene personale. Ai ragazzi, inoltre, si può pensare di proporre la lettura collettiva di una biografia o di un’autobiografia sportiva, nonché presentare gli sport, soprattutto i meno noti, attraverso la conoscenza dei suoi protagonisti principali. Infine, si può immaginare di condividere in classe video e documenti attinenti il gioco pulito, il Fair Play e la buona condotta, da applicarsi anche nei contesti extrasportivi, collegandosi evidentemente al concetto di Nuova Cittadinanza. A questo punto, i ragazzi saranno pronti per elaborare personalmente dei prodotti originali, come cartelloni o presentazioni di varia natura.Per concludere, direi che l’attuale situazione di pandemia, sicuramente faticosa e poco felice, deve e può comunque insegnare qualcosa RESILIENZA! : appoggiarsi ai documenti ufficiali e lavorare di creatività può essere d’aiuto per non arenarsi nel senso di inadeguatezza e incapacità.
AUTRICE:
Dott.ssa Donatella Meccia
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